Dove si costruisce una casa, per mesi e mesi non si vedono che impalcature, con tutto il disordine apparente che accompagna sempre ogni lavoro: i bracci delle gru, i materiali accatastati, i cavi, i tubi e macchinari di ogni genere. Poi, un bel giorno, tutto questo scompare, e là dove si era abituati a vedere nient'altro che disordine, si staglia improvvisamente una costruzione, chiara, ben definita, che prende posto nel quartiere come una personalità nuova. Le nostre vite assomigliano a questo cantiere. Attraverso tutto il nostro andare e venire, attraverso le nostre piccole iniziative, attraverso i nostri atti piccoli e grandi, non si vede altro che il cantiere e il suo apparente disordine. Poi, un giorno, viene la morte. Non è, come si crede, la rovina della costruzione: è soltanto la scomparsa delle impalcature. E allora, al contrario, la costruzione compare, ed è la nostra vita, così come l'abbiamo fatta, spogliata da tutti i particolari, mostrando soltanto le sue linee essenziali, facendo risaltare il suo autentico profilo e prendendo il suo posto nel quartiere dell'eternità. Quel giorno è un giorno meraviglioso. (Michel Fortin)
Con la sapienza si costruisce la casa, con la scienza si riempiono le sue stanze di tutti i beni preziosi. (Pr. 24) L'architettura è quel gioco sapiente, rigoroso e magnifico di volumi assemblati nella luce.
Ci vogliono le mani per costruire un'abitazione, ma solo il cuore può costruire una casa.
Tutte queste costruzioni devono avere requisiti di solidità, utilità e bellezza.
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